Raccontatrekking 2023
14 maggio 2023: Colle Impiso > Monte Pollino di Walter Bellizzi
Lo scirocco proveniente dall’Africa aveva depositato sulle automobili la sabbia finissima. A Campotenese alle otto del mattino il sole ancora non riusciva completamente a farsi largo tra nuvole color piombo. Dopo poco tempo giungono i soci CAI della sottosezione di Corigliano-Rossano guidati da Lorenzo Cara. Dopo i calorosi saluti, ci dirigiamo verso Colle Impiso. Un rapido sguardo del cielo ci conforta che nella giornata avremmo goduto di qualche raggio di sole, tanto auspicato dai nostri amici fotografi. Al termine del succinto “briefing” del Presidente CAI Castrovillari, ci incolonniamo lungo il sentiero 920A per dirigerci, attraversando la faggeta sotto Serra del Prete, al Piano di Vacquarro Alto (1512 m). Colà facciamo una breve sosta per riprendere fiato prima di imboccare a destra il Colle Gaudolino. Da Piano Vacquarro già intravediamo, attraverso le cime dei faggi, il Monte Pollino. Dai prati erbosi del Piano scorgiamo un gruppo di maestosi cavalli avvolti dalla nebbiolina del mattino che pascolano tranquillamente giù a valle. Dai rami dei faggi spicca il verde tenero delle foglie, che induce chi affronta per la prima volta la salita sulla vetta del Pollino, a rinvigorire la volontà di portare a termine l’escursione. Ci si dirige a destra, seguendo le indicazioni della tabella segnavia, verso il Colle Gaudolino, dove intersechiamo una ragnatela di ruscelletti gonfi d’acqua dovuti allo scioglimento delle nevi e alle frequenti piogge primaverili. Passiamo presso la sorgente Spezzavummola (1650 m); lì ci riforniamo di acqua gelida che sgorga copiosissima. Istantanee fotografiche fissano nella memoria questo momento primaverile con prati ricolmi di fiori multicolori che rivestono di gioia e di stupore anche chi ha ormai in uso compiere il percorso anche più volte l’anno. Subito dopo ci troviamo sul tappeto erboso verde smeraldo che ricopre il Colle di Gaudolino. Una veloce fotografia di gruppo e iniziamo a percorrere il sentiero a sinistra, indicato dal segnavia, che ci condurrà sul Monte Pollino. All’inizio della salita il faggio cavo ci guarda maestoso mentre lo sorpassiamo. La pendenza si fa più ardua anche perché attraversiamo alcuni tratti nevosi. Ci fermiamo a riprendere fiato. Superate alcune roccette si giunge alla cresta Sud/Est del Pollino. La nebbia fa assumere ai pini loricati, alcuni secchi e contorti, un aspetto surreale, fiabesco. Si intravede tra la foschia Serra del Prete e la sommità meridionale del Pollino. Il desiderio di raggiungerlo ci spinge a ad affrontare l’ascesa con decisione e sostenendoci a vicenda saliamo verso la meta. Eugenio ci incoraggia. Il cielo ci è benigno e il sole finalmente fa capolino. Passiamo accanto ad un gruppo di imponenti pini loricati aggrappati alla roccia a guardia della bellezza che ci attende. Arrampicandoci giungiamo all’avvallamento che, ricoperto di abbondante neve, preannuncia la cima. Lo attraversiamo con prudenza e giungiamo alfine sulla vetta del Monte Pollino (2248 m) dove su un cippo si vede il punto trigonometrico dell’IGM. Un vento gelido ci accoglie ma in compenso ha spazzato via le nuvole e si intravedono le belle cime del Parco: Serra Dolcedorme, Serra delle Ciavole e Serra Crispo. La gioia illumina il volto specie degli escursionisti alla loro prima scalata. Molti sono increduli per l’impresa compiuta. Non c’è tempo per ammirare ulteriormente la bellezza del paesaggio che si intraveda dalla sommità! Ci incamminiamo ordinatamente verso Est e raggiungiamo il nevaio che quest’anno è colmo di neve. Fotografiamo il nevaio e subito dopo raggiungiamo, scendendo verso il percorso già fatto, un punto riparato per ritemprarci con il pranzo e riscaldarci con un buon bicchiere di vino sanguigno del Pollino. Scendiamo cautamente e lentamente a valle, rispettando i tempi e il ritmo di ognuno. Lungo la discesa incontriamo un gruppo di escursionisti del CAI di Prato e scambiamo con loro un rapido saluto. Ci ricompattiamo e riprendiamo il sentiero avviandoci verso Colle Impiso. Giungiamo giusto in tempo per stappare una bottiglia di prosecco offerta da Mimmo prima che inizi a piovere. Salire sul Monte Pollino è arduo ma riserva sempre, a chi affronta l’impresa, una gioia inattesa che ristabilisce il legame armonico profondo tra l’uomo e la natura.
14 maggio 2023: Grotta Antro degli Elfi di Carla Primavera
Il cielo è minaccioso. Promette pioggia sicura. Con la consueta calma cerchiarese, ci dirigiamo, appena il gruppo alle 8.30 del mattino si è congiunto, verso il bar per coccolarci con un caffè che ci servirà per affrontare la giornata "in" , ossia " dentro" gli strati della Terra più profondi. L' Antro degli Elfi ci attende e già al suo ingresso, profondo e nascosto, ci fa intendere che non sarà proprio una passeggiata. Antonio e Giovanni "armano" il primo tiro di corda che ci permetterà il nostro primo "tuffo" nel ventre di madre Terra. Arrivano le prime gocce di pioggia prima che gli ultimi due riusciremo a calarci dentro. Non ci preoccupa. Tra un po' saremo al sicuro e all'asciutto. Prima saltino verticale, poi uno obliquo, sempre con i piedi piantati sulla roccia, che ci guida, ci permette l'ingresso. Si arriva poi ad un ulteriore discesa, abbastanza verticale e scivolosa. L'attenzione è alta. Chi è sceso prima di me mi dà indicazioni. Meglio a sinistra. Si. Va bene da lì... Le varie concrezioni a forma di coralli, ma col cuore di pietra, stalattiti e stalagmiti si alternano in questo scenario subliminale. Piccoli insetti, ragni, vermi e un pipistrello, ci fanno compagnia. Il mio pensiero va alla loro mente...che penseranno mai di noi? Scivoliamo ancora più giù. Le nostre luci frontali ci ricordano che noi abbiamo bisogno della luce. Loro no. Siamo rapiti dalla bellezza. I millenni che hanno generato, con l'acqua e i movimenti naturali tettonici, questi anfratti, cunicoli e sculture dalle forme più bizzarre. E noi li, piccoli esseri incapaci di creare tanta bellezza, ma fortunati dal poterne godere. Comincia la risalita. Più faticosa, si. L'attrezzatura ti permette di riemergere con movimenti lenti e costanti. A volte ci si ferma anche a riposare. Le cose belle si conquistano a fatica, così recita un vecchio proverbio. A noi questa non ci ha spaventato. Anzi, ci ha permesso l'ingresso in un piccolo paradiso nel territorio di Cerchiara di Calabria. Terra di gente buona d'animo ed eternamente ospitale. Un ottimo pranzo e le allegre note della fisarmonica di Roberto, ci hanno fatto concludere la giornata nel migliore dei modi. Anzi. Staccarsi da Cerchiara di Calabria è sempre un piccolo delitto. Torneremo presto. Grazie.
7 maggio 2023: Monte Sparviere da Cannariati. Carmen Belmonte e Pino Salerno
Domenica 7 Maggio la Commissione Medica Regionale CAI Calabria, in collaborazione con la Sezione CAI Castrovillari e la Sottosezione CAI di Cerchiara di Calabria, ha organizzato un’escursione al Monte Sparviere, aderendo alla 3° edizione di “Una montagna di Salute”, evento diffuso, su iniziativa della Commissione Centrale Medica del CAI, inserito all’interno del Festival dello Sviluppo ecosostenibile 2023, promosso da ASviS. Partiti dalla bellissima e ripida cerreta di Cannariati di Cerchiara, abbiamo raggiunto la vetta orientale più alta del Parco Nazionale del Pollino, Monte Sparviere, 1713 m sul livello del mare, da cui è possibile avere una fantastica visione delle cime del massiccio centrale, ancora innevate, delle vicine Timpe e dell’azzurro del Mar Jonio, oltre che dei confinanti monti lucani. Oltre a faggi, pini ed abeti bianchi convivono, unico posto in Italia, tutte e sei le specie di acero presenti sul territorio nazionale: l’acero riccio (Acerus platanoides L.), l’acero di monte (Acer pseudoplatanus L.), l’acero opalo (Acer opalus Mill.), l’acero campestre (Acer campestre L.), l’acero minore (Acer monspessolanum L.) e il raro acero di Lobelli (Acer lobelli Ten.). Tanta bellezza lungo i quasi 10 km dell’anello percorso, arricchita da orchidee, primule, narcisi e della rara Frittilaria montana, segno dell’avvenuto risveglio di madre natura. Oltre a far conoscere l’Agenda 2030, adottata dall’ONU nel 2015, l’iniziativa vuole divulgare il tema della promozione della salute, considerata “un processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e migliorarla” (OMS) e si propone di affiancare alla promozione della salute la visione one health, approccio che riconosce i legami tra salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. Ringraziamo tutti i partecipanti all’escursione per l’ottima compagnia e l’interesse mostrato per l’iniziativa e vi diamo appuntamento alla IV edizione di “Una montagna di Salute”.
25 aprile 2023: Escursione a Monte S. Angelo di Mimmo Filomia
Quest’anno, la tradizionale escursione promozionale, causa meteo avverso, è slittata al 25 aprile invece della consueta domenica in Albis. Sospinti da un venticello frizzante tipico della primavera, siamo partiti, entusiasti, da Piazza Giovanni XXIII alla volta di Piano S. Lucia, per il consueto briefing. In tempi remoti, prima di noi, è salito qui sopra S. Francesco da Paola, per salutare e benedire la Calabria, in viaggio per la Francia. L’escursione della pasquetta è ormai un evento atteso… Quante volte dentro di noi affiora il desiderio di voler fare una bella passeggiata, in tutta libertà, nella natura, al sole… Ma senza allontanarci troppo da casa, per misurarci con le nostre forze, sedere su un masso, riflettere, scrollarsi di dosso questo lungo inverno, allontanare preoccupazioni… Giusto quanto basta, per poi tornare alla realtà quotidiana, più caricati e consapevoli delle proprie possibilità fisiche ed anche integrati nel territorio circostante... Ecco, questo desiderio si è realizzato con la risalita alla Cappella della Madonna del Riposo. Una gita fuori porta, per aprirsi al risveglio della natura e trascorrere in allegria una giornata all’aria aperta per riscoprire ed affezionarsi a questi luoghi tanto frequentati dai nostri nonni per le loro pasquette. Il Club Alpino Italiano di Castrovillari è stato tenace nel mantenere viva questa tradizione e la partecipazione numerosa, ogni anno, ci premia perché la missione del nostro sodalizio è far conoscere quanto di buono c’è sul territorio, che altrimenti andrebbe perduto per sempre. La tradizionale passeggiata alla chiesetta rupestre, ha inizio dal 1836, anno in cui, il benefattore Andrea Bellusci, fa costruire l’opera, di ottima fattura. Da allora, il sentiero per raggiungere la bianca icona (695 m) a forma ottagonale, incastonata su Monte S. Angelo, è stato percorso da una infinità di pellegrini devoti che hanno alternato il sacro al profano, a testimonianza dell’affetto per la Madonna con il Bambino lì deposta, in atteggiamento di riposo. Le presenze assidue, nei dintorni della chiesa di Monte S. Angelo, a pasquetta, vanno man mano scemando e dal 1960 il luogo cade nel dimenticatoio. Saranno in pochi poi a risalire verso questo, un tempo eremo, a pulire ed accendere il cero della speranza e devozione che, un tempo i nostri nonni alimentavano, per testimoniare l’appartenenza al luogo. Il CAI di Castrovillari, interessato da sempre a promuovere, tutelare, valorizzare l’ambiente montano è attento anche agli aspetti culturali e storici del territorio, da 19 anni ripropone questa tradizione castrovillarese particolarmente in sintonia con i tempi attuali, in cui è forte la ricerca delle proprie identità e cerca di soddisfare una richiesta di attività motoria aumentata dopo la pausa Covid19. Dalla bianca icona si dominano, con un solo colpo d’occhio, le cittadine del comprensorio di Castrovillari: Frascineto, Morano, Saracena, S. Basile, Spezzano A. fino al mare Jonio. E’ un punto panoramico al centro dall’emiciclo formato dai monti del Parco nazionale del Pollino, su cui svetta la catena del Dolcedorme 2267m, ancora oggi, innevata. Antonio Pandolfi in collegamento FM 99.00 Kontatto Radio Pollino ci ha fatto compagnia e ha fatto conoscere, a chi era in ascolto, le impressioni a caldo degli appassionati escursionisti sul sentiero turistico/culturale n. 989 che da piazza Giovanni XXIII conduce alla Madonna del Riposo. Per i più audaci, l’escursione è proseguita fino alla cima di Monte S. Angelo (794 m) dove fa bella mostra di sé una tavolozza illustrativa su piedistallo, di tutte le montagne visibili intorno. La consueta "Pasquetta dei Castrovillaresi", a cui hanno aderito anche appassionati dei paesi limitrofi e soci del CAI di Roma, anche quest’anno è stata ricca e abbondante di leccornie pasquali. Tutto come richiesto da copione, a base di prodotti tipici locali da condividere con tutti per una giornata in allegria e all’aria aperta accanto alla Madonna, che attende dimora migliore, per Lei che rappresenta una delle sette sorelle venerate nel territorio di Castrovillari e per la nostra dignità cristiana.
23 aprile 2023. Colle di Conca > Giardino degli Dei di Eugenio Iannelli
Da Colle di Conca (sotto Timpa La Falconara) è un percorso insolito, preferito soprattutto da chi dimora nel versante Jonico del Parco. Insolito ma non meno affascinante e importante degli altri. Risaliamo fino a Piano della Giumenta e subito dopo Piano Cardone, posti frequentati soprattutto da appassionati dello sci. Per molti di noi è la prima volta da questa parte e la prospettiva verso Serra Crispo è completamente nuova. Superato Piano Cardone (bellissimo belvedere sulla valle sottostante del Raganello e sulle Timpe) ci incamminiamo su quello che una volta era il tracciato della Rueping, ditta Tedesca che operò lo sfruttamento di questo immenso patrimonio forestale negli anni 1910/1931 e famosa soprattutto dalle parti di Saracena/Novacco dove aveva un grande insediamento industriale. Purtroppo la presenza di tanta neve ci permette di osservare poche traversine di legno (qualcuno riferisce che all’epoca forse si realizzavano con il legno dei pini loricati) che costituivano la base per la ferrovia decauville che operava in quei luoghi. Tanta neve che ci costringe, nonostante il periodo, all’uso delle racchette, che, però, si rileveranno provvidenziali man mano che si aumenta di quota. Un inverno strano, arrivato in ritardo che riserva panorami e tracciati ancora invernali pur essendo ormai in primavera. Ci ricongiungiamo prima con il sentiero proveniente da Lago Duglia e successivamente a quello proveniente da Casino Toscano per poi sbucare alla Grande Porta di Pollino. Inutile soffermarsi sulla descrizione e sulla bellezza dei luoghi una volta approdati al Giardino degli Dei, bastano i nostri occhi e le fotocamera per immortalare cotanta bellezza. Pranzo al sacco e doveroso riposo per poi riprendere il cammino al contrario. A fine giornata i saluti di commiato davanti a una freschissima birra al bar di san Lorenzo Bellizzi al cospetto delle maestose timpe.
22 aprile 2023: Arrampicare a Colle Cornice di Claudia Vitale
I luoghi hanno una storia propria. Ci sono poi luoghi la cui storia la si costruisce insieme, luoghi che ti restituiscono boccate di vita e una vista privilegiata da condividere insieme a chi, con te, condivide curiosità e fame di adrenalina.Curiosità e adrenalina, i motori della giornata. Un gruppo eterogeneo familiarizza con imbraghi, stringe nodi e regola caschetti. Operosi come formiche sotto una parete ripida e accogliente, che sarà la nostra casa per qualche ora, si ripassano le regole, si aprono vie, i primi iniziano a salire: si spalanca un mondo di verticalità. Concentrati e determinati, cercando appigli, fraternizzando con le proprie forze ed i limiti, abbiamo sentito crearsi invisibili connessioni di fiducia: tu sali, io faccio sicura. Affidarsi, contrastando la gravità, all’occhio sapiente di chi sta giù, e pure ti guida. Arrivi su, non importa quanto in alto, lasci cadere dubbi ed insicurezze, prendi fiato, ti godi la vista, sorridi. Concentrazione: si torna giù. Uno sguardo grato a chi, maneggiando corde e grigri, ha condiviso con te l’impresa su una giostra di muscoli, occhi, consigli e soddisfazioni. Non sono semplici mani e piedi sulla roccia, non è la scalata, né l’arrivo. È il legame di fiducia, l’aver condiviso la gioia e la sfida, un nodo più stretto di qualsiasi otto ripassato e ben fatto. Condivisione è anche riempire i bicchieri, dividere il pranzo custodito negli zaini che si aprono, tra un imbrago e un rinvio e i sorrisi di tutti. Qualche goccia di pioggia, sia pur prevista, bagna gli entusiasmi ma non li spegne. Li, giù, a valle è tornato il sole, e noi gli andiamo incontro con la certezza e la voglia di sigillare quei nodi già saldi.
Questa giornata bellissima e inaspettata è nata per caso grazie all’invito ed alla perseveranza di alcuni, come Zio Ottavio e Luigi, che spesso ci danno degli input preziosi che conviene cogliere al volo. Quindi ci siamo uniti agli amici del CAI di Castrovillari in una bella escursione con destinazione Santuario della Madonna del Soccorso da Castelluccio Superiore (PZ) Avevo già avuto modo di conoscere in precedenti escursioni dei componenti della sezione CAI di Castrovillari in particolare alle edizione del” CamminiAmo” Mormanno, tra cui il Presidente Mimmo Filomia, e confermo con piacere che si tratta di un gruppo affiatato e professionale, che abbraccia uomini e donne di ogni età , un popolo di camminatori dinamici ed instancabili sempre a braccetto con il buonumore. Dopo l’assaggio dei “bocconotti”, preparati da Marianna, nostra socia purtroppo oggi assente, un gruppo di 30 persone provenienti dai paesi di Castrovillari, Mormanno e Corigliano-Rossano si sono uniti nello spirito della condivisione di un’unica passione: l’amore per il trekking e per la natura, in uno scenario suggestivo fatto di anticipazioni di una Primavera che fa capolino coi suoi colori giallo, viola e verde chiaro che danno finalmente un guizzo al manto di foglie appassite, regalando profumi e fragranze che tutti aspettavano, insieme a cinguettii armoniosi che fanno alzare il capo verso il cielo azzurro acceso. Bello ascoltare via via il rumore lieve della natura accompagnato dai racconti e dalle spiegazioni delle guide e dei camminatori più esperti, hanno tanto da dire e da dare ancora alle persone che si avvicinano piano a questo tipo di esperienze, il sorriso di Carla è contagioso, così come la simpatia di Eugenio, di Pino e di Gaetano e di tutti gli altri, mi piace osservare le persone che non conosco, mi piace immaginare le loro vite e cosa li ha condotti ad avere questa passione così forte che vorrei far diventare anche mia. I loro racconti sono preziosi e ricordano pezzi importanti di ciò che si è già vissuto ma con uno sguardo sempre teso verso quello che ancora verrà, un atteggiamento sano …. necessario! Arrivati in cima lo spettacolo è stupendo, la vallata è vastissima e di varie tonalità di verde, in lontananza cime ancora innevate, il cielo è azzurrissimo, il sole splende. Il santuario che risale al 1500 è meta e raccolta di innumerevoli preghiere dei pellegrini che si sono avvicendati negli anni, chissà quanti hanno rimesso nelle mani di Maria richieste di aiuto o conforto. Il parco attiguo accoglie i viandanti dando refrigerio e riposo. Tutto è curato e pulito. Dopo la meritata sosta, dove non mancano leccornie calabresi rosso fuoco da mangiare e da bere, prendiamo la strada del ritorno, la discesa è ancora più tortuosa della salita, bisogna stare attenti a non scivolare, alcuni sentieri sono stretti e ripidi, le tante pigne cadute minano la stabilità anche dei camminatori più esperti, l’acqua fresca che scorre da una sorgente lì vicino rifocilla per un po' la nostra sete. Strada facendo, tappa obbligata è il Santuario della Madonna di Costantinopoli che conserva un affresco di straordinaria fattura. Anche questo sito è suggestivo e un po' misterioso per la sua collocazione in comunione con l’altro Santuario più conosciuto di Papasidero. Arriviamo in paese, e proprio al suo interno vediamo tanti terrazzamenti dove ancora oggi si coltivano erbe officinali, scopriamo allora il significato delle frase “Castelluccio il paese delle MISULE”, sono appunto queste, un lascito tramandato nei secoli su insegnamento dei Monaci Basiliani ospitati, che in cambio offrivano il loro sapere sulle piante e sul loro utilizzo in cucina ma soprattutto in campo medico. Ultima tappa della giornata è il Conservatorio di Etnobotanica, un centro di ricerca e documentazione per lo studio della botanica. Una chicca per concludere una giornata che non dimenticherò! Grazie a tutti! (anche della stanchezza)…………
P.S.: “Impressioni di marzo” perché mi piace collegare sempre una canzone o un motivo musicale ad un momento che vivo, e ho citato la PFM parafrasandone il titolo.
26 marzo 2023: Giornata tecnica di palestra speleo di Mara Puntillo
Gli interessi accomunano e rendono la vita un percorso da raccontare. La sezione CAI di Castrovillari e la Sottosezione di Cerchiara hanno organizzato una giornata dedicata all'avvicinamento alla speleologia. Entrare in contatto con il mondo ipogeo è un'esperienza che lascia il segno, come il primo amore, non si scorda mai. Questo primo incontro che ha coinvolto un cospicuo gruppo di soci ha fornito le nozioni base sull'attrezzatura per la progressione in grotta e sulle tecniche di discesa e risalita. Le paretine di arrampicata ai piedi del Sellaro si sono rivelate ancora una volta un luogo da sfruttare per le nostre esercitazioni. Magici sono anche i momenti di convivialità che sono parte integrante delle nostre uscite. Ogni ben di Dio presente sul tavolino portato a spalla da Giovanni. Abbiamo iniziato a metà mattina con i dolci per ricaricare le energie e abbiamo proseguito a pranzo con formaggi, pizze rustiche, frittate e non poteva mancare il vino. Qualcuno si è arrangiato con forchette di fortuna prontamente sfalciate sul posto e da qui il diverbio sullo zippo e sulla zippa. Come diceva qualcuno..."guidate piano che dovete bere". Costui non aveva finito di dire così... che al termine delle nostre attività, che qualche caparbio aveva ripreso dopo pranzo, prima del rientro siamo stati dirottati nel paesello di Cerchiara per un ultimo brindisi offerto dai fratelli Luca e Paolo.
19 marzo 2023: Colloreto - Colle Gaudolino di Gaetano Cersosimo
Il Pollino è meraviglioso, ma questa nostra escursione sul tratto del Sentiero Italia 901 che va dal Convento di Colloreto a Colle Gaudolino è stata altrettanto un percorso meraviglioso. La partenza ha inizio un po’ prima dell’ Abbazia di Colloreto, si supera un cancello di ferro e si prende lo sterrato che sale fino ai resti dell’antico Monastero di Colloreto, edificato nella metà del 1500 e vissuto dai Frati Cappuccini. Sbucando dal bosco si può ammirare la grande fontana circolare di pietra posta al centro della raduna , immortalata con gli scatti fotografici. I ruderi, compresa la fontana , la torre campanaria e le stalle, sono immersi in un boschetto di lecci, ma il luogo è aperto ed è una vera cornice naturale , si ammira il Timpone della Capanna e Timpone Viggianello, Serra del Prete e Monte Pollino e le alte aspre pareti di Gaudorosso, tutte rivolte nel versante Sud. A mio avviso, l’ unica nota negativa ad occhi chiusi è l autostrada, con il frastuono dei motori a disturbare la dolce quiete in un scenario fantastico. Il Monastero fu saccheggiato nel XVIII , ma alcune opere d’ arte presenti nel Convento furono trasferite nelle chiese di Morano Calabro e Mormanno e Viggianello. Questo sentiero ha un valore storico-naturalistico immenso, una via di comunicazione e commercio tra la Calabria e la Lucania. Il tratto del Sentiero Italia 901 è un ambiente di macchia mediterranea caratterizzata nella prima parte da una grande estensione di alberi selvatici, arbusti, lecci, aceri ,carpini ed erbe presente nel sottobosco, in questo periodo la fioritura di un fiore particolare, Scilla Bifolium, comunemente detto Scilla del Pollino. A metà percorso inizia e termina la faggeta con alti e giganti fusti ed il pino nero. Con gli alberi spogli come in questo periodo, o adornate con le loro foglie verdi, gialle rossicce, marroni è sempre un’ emozione ammirarli. Dopo una breve spiegazione , ai partecipanti, per comprendere la nostra posizione con il supporto della cartina , proseguiamo sulla mulattiera ed incontriamo le due sorgenti con una notevole portata d’ acqua, ci avviciniamo al piacere suono dell’ acqua della fonte di Tufarazzi e quella Della Serra a circa 1100 m. Le fredde sorgenti alimentano una stupenda Cascata , quando l’ acqua da spettacolo con il suo salto sul tappeto di muschio naturale ci incanta, i tipici colori cambiano a secondo delle stagioni . Dopo questa rara bellezza il sentiero diventa impegnativo, nessuno immagina che possa esserci un sentiero avvincente e duro per lunghezza e dislivello , più di 900 metri per raggiungere Colle Gaudolino. Una montagna che portava lavoro e fatica, usata soprattutto per scambio scio- economici delle due regioni, un tempo era frequentata dai pastori e dai contadini con asini e muli. Proseguiamo sulla mulattiera , lungo questo tratto, detto “La Scala dei Moranesi” si ha la presenza di rocce sedimentarie. Le rocce sedimentarie si formano in una serie di strati e sono un tipo formate dall’ accumulo di sedimenti di varia origine, derivanti in gran parte dalla degradazione e dell’ erosione di rocce che si sono depositati sulla superficie terrestre. Tutto questo spiegato da chi mi ha affiancato in questa stupenda escursione, l’ accompagnatore Walter. Il sentiero diventa impegnativo mentre saliamo faticosamente. L’ ultimo tratto boschivo dell’ escursione è denominato Bosco del Monaco ed è tutto ombroso in una superficie di grande estensione di faggi. Prima dell’ arrivo calpestiamo un po’ di neve, si apre uno scenario di una bellezza unica , un piano tutto bianco candido si estende tra la base del Monte Pollino versante Sud- Ovest dove si può vedere un gruppetto di pini loricati, e Serra del Prete con la sua faggeta. Dopo una meritata pausa iniziamo la nostra discesa, lasciamo Colle Gaudolino con la sua fontana, con l’abbeveratoio immerso nella neve, dove è stata raggiunta la nostra meta.
18 marzo 2023: Mendicino - Arrampicata di Paolo Viceconte
A pochi chilometri dal centro abitato di Mendicino raggiungiamo la falesia che sovrasta il fiume Acheronte, in direzione Carolei-Pantanolungo. A dispetto dei nomi delle vie, di dantesca memoria, che vanno dal 4c di “Limbo” al 7c di “Lussuria”, “Superbia” e “Ira”, il settore ci accoglie in tutta la sua bellezza, ospitandoci nella giornata che inaugura il programma di arrampicata 2023. Preziose le indicazioni tecniche degli organizzatori, Stefano ed Edoardo, e di Giovanni ma non di meno lo è l’invito che ci rivolgono nel godere la giornata con il giusto spirito, all’insegna di un’attività da vivere in piena condivisione. L’affiatamento è immediato ed è reso ancor più speciale dalla formazione eterogenea del gruppo, composto da esperti e neofiti ma tutti uniti dalla voglia di stare insieme. Si sale. La verticalità suscita sensazioni ed emozioni peculiari, intime ma al tempo stesso in connessione con chi fa sicura da giù che però, di fatto, è un compagno di salita. Dopo una breve pausa pranzo altrettanto mistica, viste le prelibatezze che fuoriescono dagli zaini (Giovanni docet), si riprende. A fine giornata l’euforia del mattino lascia spazio all’appagamento che si scorge nello sguardo di tutti i presenti, certamente per la bellezza del contesto naturale, delle vie, per la gratificante fatica nell’aver messo alla prova se stessi: tutti aspetti che, tuttavia, non avrebbero lo stesso valore senza quella condivisione che ha dato un peso ai momenti trascorsi insieme e, dunque, un significato ancor più alto a questa attività.
L'aurora si presenta asciutta e mite per undici persone che si ritrovano alle 5 del mattino all’Orto Botanico, in quel di Castrovillari, a circa 650 metri di quota dove, con le luci delle frontali, ognuno si appresta a cambiarsi. Da lì a pochi minuti il sole illumina il possente bastione Sud del Dolcedorme. Si parte su una comoda sterrata che ci serve anche per preparare i muscoli e la mente per l'irta del canale; il profumo dell’imminente primavera si percepisce dalle fioriture. Dopo circa mezz'ora, lasciata la sterrata, si svolta decisamente a sinistra e, nel bosco, si sale dolcemente lungo il tracciato che porta al varco del Pollinello senza alcun sussulto di fatica. Dopo circa un'ora raggiungiamo a circa 1350m un punto da dove si vedono in lontananza i due bastioni di roccia chiamati simbolicamente Scilla e Cariddi che preannunciano l'entrata del lungo canalone che porta direttamente in vetta. Una volta arrivati nei pressi degli stessi ci prepariamo a indossare l'attrezzatura per la salita alpinistica vera e propria. La neve si presenta, alternativamente, ora compatta e dura, ora molle. Da qui in poi si sente solo il rumore dei ramponi che mordono il ghiaccio come una melodia ritmata e piacevole, dove i bastioni rocciosi fanno da silenziosi spettatori. Raggiungiamo un primo salto di qualche metro e, superatolo facilmente, arriviamo a un secondo di circa 10 metri dove, una volta superato, arriviamo a un maestoso pino disteso, come a riposare nel silenzio del tempo. Inconsapevolmente (forse) Gianmarco ed io siamo stati le ultime persone a vederlo in piedi nella sua fiera maestosità: infatti, in quel di novembre dopo un paio di giorni dal nostro passaggio un forte vento ne ha minato definitivamente il già malandato stato dovuto a un incendio di qualche anno prima. Dopo qualche minuto di pausa inforchiamo il canalone delle direttissime, un vero e proprio anfiteatro naturale da dove, dopo aver ramponato per qualche centinaio di metri, Gianmarco, che ha avuto l'onore e l'onere, di guidare l'escursione decide di salire decisamente sulla destra imboccando uno splendido canale chiamato "variante d’Aquila". La salita è a tratti molto impegnativa per la pendenza e guardando di tanto in tanto verso l'alto si apprezza il fantastico gioco di colori fra l’abbagliante bianco della neve e l'azzurro intenso del cielo. Da qui usciamo in un’ampia irta finale di un centinaio di metri, dove tra l'azzurro del cielo si alzano in volo diversi corvi imperiali, maestosi uccelli che con curiosità ci sorvolano e scompaiono nel blu. Raggiunta la vetta dove la vista, a 360 gradi, come sempre, stimola positivamente l'anima e il corpo tanto da far scomparire la stanchezza. Dopo la rituale firma sul libro di vetta si decide di scendere dal vallone di "Faggio Grosso" fino giù a Valle Piana. Una meritata birra prima di congedarci tutti. Un ringraziamento sincero va a Gianmarco per la sua sempre attenta conduzione del gruppo e a Stefano altrettanto attento nel coadiuvare. Un grazie, infine al CAI Castrovillari.
5 marzo 2022: Pollinociaspole di Eugenio Iannelli
La Pollinociaspole è una manifestazione che riscuote sempre grande successo e che raduna tanti appassionati che desiderano cimentarsi nell’utilizzo delle racchette da neve. Si sono iscritti in tanti, quaranta in tutto, molti neofiti, provenienti dallo Jonio cosentino, Rossano, Corigliano, Cariati, Cerchiara di Calabria, da Cosenza, e tanti dai nostri paesi limitrofi, Morano Calabro, Mormanno, Frascineto. Una tiepida giornata ha consentito, di effettuare una bella escursione con meta Piano Cambio. Inizio con partenza da Piano Rosole in comune di Morano Calabro e meta dell’escursione in comune di Mormanno. Un percorso facile, alla portata di tutti, grandi e piccini, che ha consentito a molti dei partecipanti di fare la prima esperienza con le racchette da neve. Un attrezzo di facile utilizzo che consente di percorrere in sicurezza e senza grande fatica qualsiasi sentiero nel periodo invernale. L’evento -considerata la facilità del percorso- ha garantito la partecipazione e il divertimento per tutti indipendentemente dall’esperienza e dall’allenamento personale. L’obiettivo principale dell’evento resta quello di promuovere la conoscenza e la pratica di una attività sportiva ecocompatibile, attraverso l’uso di un attrezzo, che consente un approccio nuovo di vivere la nostra montagna in un periodo -quello invernale- ritenuto a torto poco frequentabile per le difficoltà logistiche e di adattamento. Al termine dell’escursione un piacevole e gustoso pranzo in agriturismo a degustare e valorizzare alche la cultura enogastronomica dei luoghi frequentati, per amalgamare nuove e vecchie conoscenze che sono parte integrante della grande famiglia del CAI e degli appassionati di montagna. Al termine della giornata commenti entusiasti mentre per gli organizzatori l’orgoglio e la soddisfazione di aver riproposto questa bella esperienza sportiva e di aver contribuito alla conoscenza e alla promozione del nostro territorio nonostante le enormi difficoltà incontrate. A margine e a imperitura memoria anche in questo 2023 una fievolissima nevicata ha creato disagio tanto da non rendere praticabili ai più le strade che portano a Novacco, Marcione e Ruggio. Che aggiungere ormai non ci sono più parole per definire questa situazione...
26 febbraio 2023: Un giorno da speleo di Luana Macrini
UN GIORNO INTERSEZIONALE DA SPELEO - CAI Castrovillari – Sottosezione CAI Cerchiara di Calabria – CAI Gioia del Colle – GASP
26 febbraio 2023… questa la prima data speleo individuata e messa in calendario sul nuovo e ricco programma delle attività CAI edizione ventiventitrè. Entusiasmo, cura, trepidazione e desiderio… sono le note emotive che hanno tracciato tutta la programmazione di questo primo accesso in grotta, di questo primo salto intersezionale sotto la superficie. Ed eccomi seduta accanto a loro: Francesco, Anna, Michele, Pasquale, MariaTeresa e Ferdinando. Curiosi si affidano e ascoltano le mie parole che segnano le prime comunicazioni di base per quel particolare momento di quella avventura fuori dal normale, di quel tempo che presto avremo condiviso in un “cortocircuito emotivo” irripetibile e sotterraneo. La condivisione della scheda tecnica sezionale e la lettura attenta del fascicolo catastale del Complesso Grotte S. Angelo di Ostuni ci ha dato la possibilità di individuare i dati, le geometrie e la geologia della cavità che avremmo abitato e attraversato in un turbinio crescente di curiosità che ha alimentato attese, interessi, impulsi e desideri di conoscere e sentire il battito profondo della terra. L’esperienza è stata densa di un travolgente flusso emozionale generato dall’incontro con la parte più nascosta delle nostre paure e timori, in un ‘viaggio al di sotto’ che ha incoraggiato ogni parte del nostro corpo ad andare oltre il buio, e strisciando abbiamo scoperto una meravigliosa grotta che è stata un susseguirsi di passaggi, buchi stretti, cunicoli, laminatoi e ampie sale ricche di incantevoli concrezioni. E come le stalattiti e le stalagmiti si tracciano e si modellano attraverso il loro naturale processo ‘goccia dopo goccia’, noi “speleologi per un giorno” abbiamo tracciato lentamente e con audacia quel passaggio segreto e intimo del nostro Sé più profondo, custodito e cullato dall’abbraccio solidale di tutto il gruppo che ci ha accompagnato in questa straordinaria avventura. Condivido e scrivo il verso finale di questo racconto con i pensieri di tutti i soci partecipanti che hanno dato voce a questo inedito episodio “un giorno da speleo”: «..ho sentito quei posti, che nell’immaginario collettivo e personale fanno paura, molto vicini, un habitat naturale che mi ha inaspettatamente sorpreso» Anna «..l’attimo di Tempo più Vivo è stato quel momento in cui le frontali si sono spente e si è potuto apprezzare il fulgore accecante del “Buio” e il frastuono del “Silenzio” vissuto e Respirato in “una culla di roccia e calcare”, un attrito di emozioni audaci» Ferdinando «..un posto dove il sole è sempre spento, fermo in un tempo così» MariaTeresa «..arrivati lì, vedendo l’inizio di quella enorme grotta mi sentivo come un bambino ignaro della vita ma con un enorme curiosità. Gattonare e strisciare in quei cunicoli stretti e bui per poi riaffiorare nuovamente in camere stupende fatte di silenzi e di tintinnii di gocce che cadevano sul mio casco e con il cuore in gola si andava avanti stanchi, infangati ma soddisfattissimi» Michele «..indossato l’armatura (tuta e casco) mi infilo in quella strettoia accarezzando le pareti come un bambino ai suoi primi passi, respiro quell’aria diversa, strana, non consueta e inizia la meraviglia. Stalattiti e stalagmiti si materializzano come delle vere opere d’arte che il tempo con calma e pazienza forma e modella. I passaggi da una stanza all’altra sembravano dei capitoli di un libro delimitati da strettoie e passaggi da contorsionista con un crescendo di emozioni, lo scivolo fantastico come un buco nero che risucchia, per non parlare dei soffitti… uno più bello dell’altro» Francesco «..tutto questo entusiasmo va bene, ma voglio dirvi: “molti sono i chiamati, pochi gli eletti” » Pasquale Un grazie a tutti i soci, che partecipando mi hanno donato più di quello che nel mio essere ‘imperfetto’ ho cercato di fare per organizzare l’uscita, ..e ancora un ultimo, ma non per importanza, grazie di cuore a Umberto, Presidente Sezione CAI di Gioia del Colle, a Luca, Presidente GASP!, ad Emanuela, Mirko, Anna, Giampaolo e Pasquale.. accompagnatori, speleologi e persone fuori dall’ordinario.
19 febbraio 2023: Alpinistica su Monte Papa di Giuseppe De Luca
Nonostante il numero molto esiguo dei partecipanti, quattro in totale, imputabile probabilmente al carnevale in pieno svolgimento nella cittadina del Pollino, oggi 19 febbraio abbiamo onorato la prima uscita alpinistica invernale della sezione CAI Castrovillari di questo 2023. Causa un inverno bifasico, magro nella prima parte, con nevicate poderose anche sulle coste nella seconda, le tre precedenti uscite alpinistiche erano state tutte annullate. Con questa recuperiamo quella programmata il 22 gennaio che prevedeva l’ascensione alla Spalla dell’Imperatrice di monte Papa, nel massiccio del Sirino lungo la via chiamata “Highlander”. Siamo nel Parco nazionale Val d’Agri Lagonegrese, perfetto corridoio ambientale tra le due grandi riserve naturali del parco nazionale del Pollino e del parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il Massiccio del Sirino dall’aspetto imponente ma compatto, ne rappresenta l’estrema propaggine meridionale e comprende il Monte Papa 2005 m, la cima De Lorenzo 2004 m, la cima Limongi 2000 m, la Timpa Scazzariddo 1930 m e il monte Sirino 1907 m. L’apparente morfologia di montagna ampia e rotondeggiante in realtà cela la presenza di creste affilate che si innalzano maestose e aderte dalle sue pendici. Lungo le sue “spalle” sono state aperte vie alpinistiche invernali molto divertenti e interessanti che sfruttano canali e corridoi che si insinuano tra blocchi rocciosi e lunghe fessure. Highlander è una di queste. Il meteo sembra però non sorriderci, infatti al lago Laudemio una fittissima nebbia ci accoglie e ci accompagna per buona parte del percorso che si sviluppa sotto la sciovia. Prima della deviazione però usciamo fuori dalla coltre dove si apre uno scenario grandioso sulla parete che dovremmo scalare e sulla dirimpettaia Timpa Scazzariddo. Dopo esserci imbragati,l egati in un’unica cordata da quattro utilizzando una corda da 60 metri e tirato fuori l’attrezzatura procediamo in conserva assicurata. Superando con disinvoltura e a colpi di piccozza anche l’ultima inclinazione a 55° pieni guadagniamo infine la cresta panoramica. Purtroppo la neve non è molto portante e dobbiamo faticare non poco. Raggiunto il primo obiettivo lo sguardo si apre maestoso sul grandioso anfiteatro racchiuso tra le creste dell’imperatrice e la nord. Nel frattempo nubi tumultuose avanzando prevalentemente da ovest, a folate avvolgono le cime più alte. Risaliamo prima la ripida Spalla dell’imperatrice guadagnando la Cima De Lorenzo e subito dopo, ad un tiro di schioppo il Monte Papa 2005 m. Siamo praticamente circondati da un mare di nubi che lascia emergere solo le cime più alte del Pollino all’orizzonte. I cinque superbi giganti dei 2000 metri appaiono distintamente come isole innevate in un mare bianco grigio ovattato creando un’atmosfera suggestiva e solenne. Ma è ora di scendere, il forte vento che spazza la vetta non dà tregua. Andiamo a guadagnare la testata della cresta nord che però viene avvolta completamente da una nebbia fittissima e un vento forte che soffia da ovest. Alcuni passaggi sono molto delicati perché è molto affilata e le condizioni di whiteout rendono la discesa molto adrenalinica,forse più della via fatta precedentemente. Nel rientrare chiudendo così questo entusiasmante anello ci tocca anche ravanare un po’ nella neve alta e farinosa, ma questo l’avevamo messo in conto. Giornata movimentata e cangiante dal punto di vista meteorologico ci ha permesso di godere questa splendida montagna che a tratti ha assunto una veste assolutamente invernale, almeno nella seconda parte. Ringrazio i partecipanti, Pasquale in primis,Giammarco e Francesco. Così la prima alpinistica CAI Castrovillari anche se un po’ tardivamente è finalmente andata.
12 febbraio 2023: Piano Novacco > Pietra Campanara di Eugenio Iannelli
Come spesso succede alle nostre latitudini e per cause magari opposte, mancanza di neve o abbondanza della stessa, in virtù questa volta delle precipitazioni nevose degli ultimi giorni, l’uscita con partenza da Piano Novacco stava per essere rimandata al fine di preferirne una che potesse farci raggiungere il punto di partenza tranquillamente con le auto. Ma grazie alla operatività del Comune di Saracena, che ringraziamo e con il quale ci complimentiamo per il lavoro svolto per rendere le strade agibili, è stato possibile raggiungere Piano Novacco con relativa tranquillità e poter cosi effettuare una escursione in uno dei posti più belli e caratteristici di questa parte del Parco. All’arrivo restiamo estasiati per la grande quantità di neve che troviamo, che unita alla giornata soleggiata, ci fa pregustare una bella giornata all’aperto. Dopo i saluti e le raccomandazioni di rito il folto gruppo, particolarmente ordinato, attraversa l’ampio pianoro su una soffice coltre di neve e si innesta nel valloncello che porta al valico tra la Serra di Novacco e Costa d’Acine. Da qui in discesa, incrociando il sentiero che proviene dal Rifugio Fornelli, in breve tempo si è al cospetto del monolito. Dopo le foto di rito e consumato il pranzo al sacco si rientra con estrema calma essendo la via del ritorno, nella sua fase di salita, più lunga e con una pendenza maggiore. Tutto procede per il meglio e con i tempi giusti rientriamo a Novacco. Prima di accomiatarci abbiamo anche il tempo di festeggiare il compleanno del nostro Gaetano che ci delizia con dolci e spumante...
29 gennaio 2023: Colle San Martino > Fontana del Principe di Carla Primavera
Siamo tutti felicissimi che sia tornata la grande neve e che questo gennaio ci faccia respirare quel profumo d’inverno che amiamo tantissimo. Amo la neve per il bene che dona alla natura, per l’acqua che rilascerà alle sorgenti di cui tutti usufruiamo. La neve è vita pura! Amo la neve che mi fa vivere la montagna in inverno in cerca di escursioni uniche in un ambiente magico. Siamo nel versante est del Parco del Pollino, dove abbiamo il privilegio di gustarci dall’alto la costa ionica e tutta la Sibaritide. Le timpe di Porace e di Cassano e l’imponente Timpa di San Lorenzo. Il Sellaro da lontano ci ricorda l’ultima propaggine del parco, prima di tuffarsi in mare. Considerata la percorribilità della strada, come al solito disastrosa, il programma era di arrivare dal bivio di Colle San Martino a Piano Ratto. Così siamo partiti, inforcando da subito le ciaspole e divorando a piccoli bocconi la salita vera e propria, premiati subito dallo splendido panorama che si godeva da lassù. Il cammino da percorrere non era particolarmente lungo, né tecnicamente difficile. Così, il lungo serpentone formato da soci arrivati anche da Grottaglie e Gioia del Colle, oltre che da Cosenza, si inerpica su questo percorso reso irresistibile dalla grande quantità di neve presente. Arrivati nel candido e immacolato pianoro, ci dirigiamo verso la sorgente omonima, che ovviamente in questo periodo, per tutta la neve presente, ci dona freschissime e prorompenti acque. Siamo già immersi nella Fagosa, una delle faggete più estese del Parco. Il gruppo, salito agilmente e in perfetta tabella di marcia, ci fa ben sperare di poter raggiungere anche la Fontana del Principe. Così, ripreso il cammino, in meno di un’ora siamo arrivati a destinazione. Qui, dopo la meritata sosta e la foto di rito, intraprendiamo il percorso a ritroso, dove però ci attendono i colori più caldi del tramonto. Tutto si veste di rosa, arancio e di giallo. Rimane sempre il bianco il colore dominante. Tanto bello e tanto fugace. Ma noi la aspetteremo sempre. Finchè Dio vorrà…
15 gennaio 2023: Tramonto sul Pollino di Veronica Martino
Strada 106 quasi deserta, un camion davanti, sorpasso lento, striscia continua, guardia di finanza sulla sinistra. “Secondo te arriverà la multa fra un mese?” “Forse.”
Punto di incontro a Campotenese, compattiamo le macchine e andiamo. Viggianello. “È caruta a strata” Eugenio dice, la strada è veramente caduta, venuta giù, spezzata, troncata, dietro front! Il viaggio è più lungo, il tempo scorre. Arrivano notizie da Visitone, i vigili non fanno passare, la strada è ghiacciata. Donatella è lì, arrivata da Gioia Del Colle, proprio per questa escursione, proprio questa mattina, gomma bucata, non parteciperà. “Secondo te arriverà la multa fra un mese?” “Si.”
Lasciamo le macchine a quasi due chilometri da Colle Impiso, ci mettiamo in marcia, per dove? Non si sa.. Arriviamo al punto di partenza con più di un’ora di ritardo, la perseveranza di Gianmarco e Luana aiuta, in vetta non possiamo arrivare, ma il tramonto si, lo possiamo conquistare. Il tramonto lo vogliamo. Iniziamo la marcia, negli occhi traspare lo scetticismo degli escursionisti di ritorno “Attenzione.. è tardi”, “Dormite lì?”. Dopo un’ora siamo a Gaudolino, iniziamo a crederci. Il luccichio della neve al sole, Serra Del Prete, Monte Pollino, i pini loricati abbarbicati tra le rocce.. questo posto è fiabesco, l’intero parco è fiabesco, alcuni luoghi sono noti, ma non ti sazi mai. È casa. “…la neve è fatta d’anima”. Una brevissima sosta, qualche scatto, chi due morsi ad un panino, chi una barretta, chi niente.. ricominciamo a camminare. Incidiamo i nostri passi sulla neve, ordinatamente iniziamo a salire, dapprima nella faggeta, poi alla nostra destra Serra del Prete inizia a diventare sempre più visibile e imponente, sbuchiamo al costone roccioso, i pini loricati ci aspettano, solenni, antichi, ci illudiamo di fermare tutto negli scatti. Spuntiamo sul ripiano.. abbiamo tempo, il tramonto è nostro. Siamo in alto, al pari delle nuvole, o forse più su. Ci fermiamo, contempliamo, osserviamo, ammiriamo. Ancora foto. Un ultimo sforzo, “Arriviamo al pino loricato!”. …e lo raggiungiamo, ci ripariamo tra le rocce, in attesa. Chi finalmente mangia, chi fotografa, chi prepara qualcosa di caldo per riscaldarci. Il sole inizia a calare, imbelletta il cielo di varie nuance, nuvole dipinte, la tensione è ormai scesa.. “abbiamo i colori che ci meritiamo”. Arriva un momento in cui cielo si incendia, e noi siamo sagome nere in un quadro, figure danzanti, così ci mostriamo in uno scatto di Giuseppe. Accendiamo le frontali, inizia la discesa. A Gaudolino ci fermiamo, testa all’insù e ammiriamo il cielo stellato, al buio, un cielo privo di nuvole, il tempo si ferma. Riprendiamo la marcia, in silenzio, colmi della giornata trascorsa. La mattinata è un lontano ricordo.
“Secondo te arriverà la multa fra un mese?” “No.”
8 gennaio 2023: Acqua Rossa > Monte Sellaro di Eugenio Iannelli
Nonostante l’inverno sia cominciato da un bel po’ esso si dimostra avarissimo di neve e ci costringe e rivedere i nostri programmi. Decidiamo cosi, in questa prima di inizio anno, di raggiungere la cima del Monte Sellaro. Scelta dettata dalla sua favorevole posizione geografica, dal suo clima mite, a ridosso della costa marina jonica, dall’interesse storico/architettonico e dal panorama che avremmo potuto ammirare dal suo culmine. La giornata inizia favorevolmente, ci compattiamo con gli amici del gruppo CAI Corigliano/Rossano alla Fonte Acqua Rossa. Da qui un sentiero ben delineato ci conduce alla base del Sellaro, che, con facilità, aggiriamo raggiungendo in breve la vetta dove ci aspettano i soci della Sottosezione di Cerchiara di Calabria. Sguardo sulla costiera che si mostra in tutta la sua bellezza da Capo Spartivento alla costa di Policoro, un balcone naturale che ci consente di ammirare oltre alla cornice dei monti tutto l’antico abitato di Cerchiara di Calabria stretto intorno ai suoi palazzi gentilizi, la Piana di Cerchiara e gli abitati di Villapiana e Trebisacce. Una bella foto di gruppo e si scende velocemente alla sella che ci separa da Panno Bianco per proseguire poi verso il Santuario. Giunti al piazzale inizia la parte più interessante della giornata, il meritato pranzo al sacco. Come sempre onore alla tavola con tante prelibatezze nostrane consumate con gusto e bagnate da un buon bicchiere di vino. In conclusione, per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, dolci caserecci, panettone e spumante con l’augurio che il 2023 porti tanta amicizia e serenità ma soprattutto tante belle giornate da trascorrere in montagna.